La Malnutrizione (MPE) più che curata deve essere prevenuta, per cui la NA dovrebbe essere attuata in tutti i soggetti per i quali si prevede un periodo di digiuno superiore ai 5 gg.
Nel digiuno "fisiologico" si instaurano meccanismi di adattamento (massimi dopo 2-3 settimane) che portano all'utilizzazione dei lipidi di deposito come fonte calorica. Nel soggetto affetto da stati morbosi, si assiste invece al perdurare di un significativo ipermetabolismo (autocannibalismo) che può portare a morte il paziente.
La NA è solitamente prescritta da un medico specialista in Nutrizione Clinica. I biologi nutrizionisti possono tuttavia prescrivere la nutrizione enterale (NE) ed eventualmente diete fisiologiche specifiche.
La nutrizione artificiale prevede la somministrazione di nutrienti nel tratto gastroenterico (Nutrizione enterale) mediante sonda naso-gastrica, PEG (gastrostomia percutanea) o via entero-digiunostomica, in flusso continuo o in boli.
La nutrizione parenterale (NP) prevede invece la somministrazione per via venosa centrale o periferica di soluzioni nutrizionali in base all'osmolarità della soluzione prescritta.
La nutrizione enterale presuppone l'integrità anatomica, istologica e funzionale del tratto gastro-enterico.
Qualora il tratto gastroenterico non sia "agibile" ai fini nutrizionali, occorrerà ricorrere alla nutrizione parenterale, che potrà avere un ruolo complementare relativamente ai deficit da NE (Nutrizione artificiale Mista) oppure un ruolo sostitutivo (NPT = Nutrizione parenterale totale).
Un software è indispensabile per una corretta gestione della Nutrizione Artificiale, a causa dei numerosi calcoli che il prescrittore deve effettuare (ed archiviare) ANCHE qualora si avvalga di soluzioni Commerciali, enterali e parenterali, a composizione fissa. È necessario in altri termini valutare i fabbisogni effettivi del paziente e come i substrati nutrizionali delle preparazioni interagiscano con il paziente e i suoi deficit specifici. Inoltre i calcoli relativi alla nutrizione Parenterale personalizzata sono di complessa attuazione in mancanza di un software.
Le soluzioni enterali del commercio (NE) hanno una discreta flessibilità di utilizzo, in quanto diversificate in relazione a specifiche patologie (Insufficienza renale, insufficienza respiratoria, diabete, etc).
Le formulazioni parenterali Commerciali sono diversificate in base ad apporti calorici e osmolarità, coprono quindi svariate esigenze nutrizionali con possibilità di eventuale somministrazione periferica. Tuttavia in presenza dei citati di deficit d'organo e in ambito intensivistico deve essere considerata la Nutrizione parenterale personalizzata, con formulazione elaborata per il paziente in esame.
La Nutrizione Enterale (NE) è indubbiamente una metodica nutrizionale più fisiologica e presente numerosi vantaggi rispetto alla nutrizione parenterale (NP). Non occorre tuttavia "affezionarsi" ad un approccio terapeutico considerandolo unico o insostituibile, perché il rischio potrebbe essere quello di non coprire i fabbisogni calorici e plastici del paziente. Quindi sì alla NE in presenza di agibilità anatomico-funzionale del tratto gastro-enterico e in caso di risposta positiva alla NE, ma anche sì ad una sua implementazione parenterale in caso di scarsa compliance nei confronti dei volumi NE necessari o qualora sia consigliabile/necessario effettuare un'incisiva farmaconutrizione.
La farmaconutrizione (definita anche immunonutrizione) consiste nell'integrazione del supporto nutrizionale con nutrienti bioattivi, in grado di svolgere un ruolo chiave nella modulazione del metabolismo cellulare e quindi di influire positivamente sull'equilibrio bio-umorale del paziente. Alcune molecole (acidi grassi omega-3 e -6, antiossidanti, amminoacidi come Arginina e Glutammina, Taurina etc.) hanno effetti di natura "farmacologica" agendo su determinate funzioni (struttura delle membrane, resistenza all'insulina, mantenimento del tono vasale, risposta immunitaria e ormonale, ecc.).
Se con il termine ci si riferisce all'arco temporale relativo alla somministrazione della Nutrizione enterale (NE) e Parenterale (NP), la NE offre maggiore flessibilità, essendo possibile la somministrazione continua nell'arco delle 24 ore o per sole 12 ore (con deflussore) o in la somministrazione boli mediante apposita siringa, in base alla tollerabilità del paziente. La Nutrizione parenterale (NP) deve essere somministrata in continuo nell'arco delle 24 ore, o, in caso di apporti calorici e plastici ridotti e comunque dietro indicazione dello specialista, nell'arco di 12 - 18 ore. Se con il termine ci si riferisce invece alla scadenza del preparato, la NE e la NP commerciali, come tutti i preparati farmaceutici, riportano in allegato chiare indicazioni circa la scadenza e le modalità di utilizzo. Nel caso della NP personalizzata, ci si dovrà regolare in base alle indicazioni del Laboratorio Farmaceutico responsabile, in quanto le modalità di approntamento della soluzione possono variare.
Qualora si utilizzi nutrizione enterale, le complicanze più frequenti consistono nel ristagno gastrico e nella diarrea (legata all'osmolarità della soluzione, alla velocità infusionale e ad eventuale contaminazione batterica della soluzione stessa). La NE è infatti un terreno di coltura posto a temperatura ambiente per molte ore: soprattutto nella stagione calda, in caso di scarsa asepsi, è frequente lo sviluppo di flora batterica.
In corso di nutrizione parenterale (NP) le complicanze più frequenti consistono in disturbi glicemici, alterazioni elettrolitiche, iperidratazione.